lunedì, settembre 12, 2011

Wasted Youth | Festival report

Povera Grecia. A quanto pare la crisi economica che la investe dovrebbe in qualche modo aver infettato il sistema in maniera irreparabile. Non c'è via di scampo e  il cinema che tra le arti figurative è quella che si presta di più alla rappresentazione dei momenti di difficoltà di una nazione non può  che esserne ammalato, incancrenito, finanche morente. D'altra parte da un paese che vanta i natali di Costa-Gavras ci si deve aspettare un nuovo tassello di gran cinema politico. Questo almeno è quel che hanno in testa gran parte dei critici cinematografici. Purtroppo per loro il nervosismo che corre nelle strade non può facilmente imprimersi sulle pellicole che vengono da quelle terre. Il voyeurismo su certi temi è finanche troppo alimentato da altri tipi di lente come la televisione con il  suo brutale tocco documentaristico. Per questo la cosa che suscita più  perplessità  di questo Wasted Youth è proprio il voler soffiare sul fuoco di queste paranoie critiche. Mentre gli altri più celebrati registi di questa non-wave si affrettano a smentire appena possibile qualsiasi influenza della situazione, se non citando en passant la cronica assenza di denari per le produzioni, il duo di registi (Argyris Papadimitropoulos e Jan Vogel) si getta a braccia aperte nel gorgo critico. Così capita che Wasted Youth sia addirittura in apertura all'International Film Festival di Rotterdam, così come venga facilmente messo in programma al Milano Film Festival dove le pellicole a sfondo sociale sono sempre state presenza (fortunatamente) gradita. Quel che manca però è l'ampio respiro che un'opera su tali argomenti dovrebbe avere. Viene il dubbio che la vicenda della crisi economica greca vada prima somatizzata prima di potervi imbastire sopra una storia e il tutto sembra troppo affrettato per quanto buone possano esser le intenzioni degli autori.

Come aveva ampiamente dimostrato Kynodontas del conterraneo Yorgos Lanthimos quella gran fetta di cinema prodotta dal maestro austriaco Haneke non  è passata invano da quelle parti. Purtroppo 71 Fragments of a Chronology of Chance è ancora oggi irripetibile. Forse non lo sarà mai più. La mera ripetizione di meccanismi rappresentativi del maestro è talmente stantia e noiosa nel cinema d'autore moderno che all'ennesima ripetizione del cliché della scena di sesso anti-erotismo, brutta e spregevole anche lo spettatore casuale incomincerà ad inarcare il sopracciglio prima o poi. Oltre tutto anche Wasted Youth lavora su più piani narrativi destinati ad incrociarsi mescolando la storia di un poliziotto in crisi di identità e difficoltà economiche per la sopracitata crisi ellenica con quella di un giovane skater sbandato. Storie ovviamente destinate ad incrociarsi1. Suppongo non ci sia bisogno di raccontarvi il finale. Vero?


1. La vicenda è vagamente ispirata ad un fatto di cronaca dei tumulti in Grecia. Lo cito per dovere visto che tecnicamente dovrebbe essere un valore aggiunto. Purtroppo non sortisce alcun effetto la cosa. Neanche a livello emotivo.